lunedì 30 marzo 2009

Dal Corriere della Sera (12 Marzo)

Un po’ oltre guardano i ragazzi di Primavera Lodigiana, la cui lista sarò in corsa per l’amministrazione provinciale. “Ci ha ispirato la vicenda personale di Obama - dice uno dei fondatori Alessandro Ferrandi – ma siamo scesi in campo soprattutto per scrollarci di dosso parole come “bullismo”, “apatia”, “disimpegno” che vengono associate alla nostra generazione. E soprattutto perché nessun partito è in grado oggi di rappresentarci”.

sabato 21 marzo 2009

Francesco Milanesi: “Una politica per i giovani e al servizio del territorio” La lista Primavera Lodigiana: tutti ventenni

Giovane, indubbiamente, lo è. Ma non corrisponde al ritratto del timido. Studente di giurisprudenza a Milano, pendolare per necessità, Francesco Milanesi, poco più che ventenne, con ogni probabilità, sarà il nome che la neonata lista Primavera Lodigiana schiererà nella contesa di giugno contro corazzate come Pd, Lega, Pdl e Udc. E tutta la lista è come lui: il più vecchio (si fa per dire) ha 23 anni. Chiediamo di spiegare i motivi che hanno spinto un gruppo di ragazzi a gettarsi nell’agone politico.

Come ci si sente da candidati della provincia a 20 anni?

“innanzitutto una premessa. La mia candidatura alla presidenza non è ancora ufficiale. Dobbiamo incontrarci e decidere – democraticamente – con tutti coloro che fanno parte dle progetto. Ci manca ancora qualche nome per coprire tutti i 24 collegi. Poi, se così decideranno, sarò ben felice di accettare. Detto questo, l’idea che mi ha spinto insieme a gli altri verso la politica è la voglia di fare qualcosa per il territorio. Non intendiamo buttare via l’esperienza dei nostri genitori e di chi ha fatto politica prima di noi, ma idealmente prenderne il testimone, salvando tutto ciò che di buono è stato fatto.”

Voi avete presentato una carta programmatica di 21 punti. Qual è secondo lei quello più importante?

“Non ce n’è uno più importante. Forse, vista la situazione economica del territorio, gli interventi in questo settore assumono oggi una maggiore priorità. Per stimolare l’economia pensiamo che la Provincia debba cercare di coordinare l’azione dei Comuni, perché riducano l’Ici alle aziende che si impegnano ad assumere lodigiani, soprattutto giovani. Poi abbiamo proposto di dare vita a mercati agricoli nel territorio, per permettere ai cittadini di acquistare direttamente dal produttore, ottenendo prezzi più bassi.”

Anche la Provincia ha le sue difficoltà di bilancio: Il Patto di stabilità sui conti verrà sforato di 11 milioni. Come pensate di confrontarvi con una realtà così complessa? Vi state attrezzando?

“Ognuno di noi, come è giusto che sia, è più attento e studia maggiormente alcuni settori. Naturalmente, per questioni specifiche e tecniche, ci avvarremo anche noi della consulenza degli esperti di cui una provincia dispone. Comunque, ci stiamo preparando…”

Nella migliore tradizione giovanile avete fatto ampiamente uso dell’informatica: sito Internet, facebook. Il computer è un mezzo per contattare persone oppure un metodo politico…

“Internet è un mezzo utile per entrare in contatto con le persone. Ma la politica non si fa certo contando gli amici su facebook. Viviamo nel nostro territorio ed è sul territorio, con la gente che volgiamo fare la politica. La rete + un canale utile, da cui trarre spunti e contatti, ma non esclusivo.”

Avete in programma altre iniziative?

“Certamente, nei prossimi giorni organizzeremo i nostri incontri per presentare le nostre proposte, che non sono solo indirizzate ai giovani, ma riguardano anche famiglie e anziani.”

Una curiosità: i vostri concorrenti sono partiti strutturati, spesso con bilanci solidi. La politica ha un costo voi come lo affrontate?

“Sicuramente la campagna elettorale ha un costo. Naturalmente ci autotassiamo, i candidati sono anche sostenitori. Ma abbiamo anche qualche amico che ci dà una mano”.

Sai che spesso partecipare ai consigli provinciali è noioso?

“Si? Bhe, noi cercheremo di portare un po’ di freschezza. Senza fare del qualunquismo, buttando via tutto quanto si è fatto prima, ma portando la nostra voglia di fare.”


Guido Bandera